lunedì 10 agosto 2009

Dalla forza origina il Diritto e lo Stato

“L’alfa e l’omega della teoria politica è il problema del potere: come lo si acquista, come lo si conserva e come lo si perde, come lo si esercita, come lo si difende e come ci si difende da esso” (BOBBIO 1992: 159).


Non si può comprendere la politica o il diritto, e nemmeno lo Stato, se non si comprendono la logica e le funzioni del potere.

La guerra “è un atto di forza che ha per iscopo di costringere l’avversario a sottomettersi alla nostra volontà” (CLAUSEWITZ I, 2) e costituisce il più appariscente strumento per la conquista del potere.

Fino ad oggi, l’uomo ha mostrato di essere favorevole alla logica di guerra, ma, avendo compreso che essa ha dei limiti (il suo esito è incerto, non offre condizioni di stabilità sociale, è dispendiosa, è umanamente intollerabile nel lungo periodo) e volendo quindi evitare uno stato di guerra permanente, ha inventato il diritto.

Il diritto consente ad una classe dominante, che abbia conquistato il potere con la forza, di conservarlo, attraverso un processo di istituzionalizzazione e di legittimazione della propria posizione di potere, ossia attraverso la fondazione di uno Stato.

Grazie al diritto non è più necessario ricorrere di volta in volta alla forza, ma è sufficiente minacciare di farne uso.